Mentre l’Italia riapre i confini interni, preparandosi ad accogliere i turisti ed i businessmen provenienti dai Paesi Schengen e lavora per abbattere le restrizioni che alcuni stati europei sembrano voler imporre ai viaggi dei nostri concittadini, sul fronte dei viaggi al di fuori dell’area Schengen ancora le informazioni sono frammentarie e si fa fatica anche solo a prevedere quando le aziende potranno iniziare a pianificare nuovamente le trasferte all’estero.
Oggi trattiamo l’India, un paese che rappresenta una grande attrattiva per l’Italia sia dal punto di vista turistico che da quello del business travel.
Con una circolare del 1° giugno il Ministero degli Affari Esteri indiano ha diramato una serie di disposizioni che ammorbidiscono il divieto di ingresso nel Paese per alcune categorie di viaggiatori.
Si legge nella circolare che è consentito l’ingresso a:
- Businessmen stranieri che arrivino in India con un visto affari e su voli commerciali non di linea (charter)
- Professionisti del settore sanitario che debbano lavorare in strutture sanitarie o di ricerca indiane. Questo tipo di eccezione è subordinata all’ottenimento di una lettera di invito da un’istituzione sanitaria o farmaceutica riconosciuta dal governo indiano.
- Ingegneri, manager, progettisti o altro personale specialistico che viaggino in India per conto di società straniere con sede in India. Nello specifico ci si riferisce a unità produttive, aziende di progettazione, società IT e società del settore finanziario (società bancarie e società non bancarie del settore finanziario).
- Specialisti tecnici e ingegneri inviati in India per riparazioni, installazioni e manutenzioni di macchinari e attrezzature straniere presso aziende indiane e su invito di aziende indiane. Ci si riferisce in particolare a installazione di macchinari, riparazioni in garanzia, after sales servicing o riparazioni a seguito di accordi commerciali.
È importante specificare che i viaggi che ricadono in queste categorie non possono essere effettuati avvalendosi dei visti elettronici o fisici ottenuti prima dell’introduzione delle restrizioni di viaggio e ancora validi (che continuano ad essere sospesi e non utilizzabili). Il viaggiatore interessato dovrà ottenere un nuovo visto presso un consolato indiano nel suo paese di residenza. In particolare, se il viaggiatore è già in possesso di un visto elettronico ottenuto precedentemente al lockdown dovrà ottenere un nuovo visto non elettronico presso il consolato indiano competente. Se in possesso invece di un visto fisico già apposto sul passaporto prima del lockdown dovrà comunque presentarsi al consolato indiano competente per farlo convalidare o riemettere prima del viaggio.
Il portale governativo per l’ottenimento dei visti online rimane a tutt’oggi non utilizzabile e i consolati indiani in Italia non hanno ancora dato indicazioni su modi e tempi di ottenimento di questi visti “speciali” descritti nella nota dell’Home Office indiano.
Di seguito la circolare ministeriale da scaricare: